OLI RARI
OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA da varietà rare a rischio estinzione e potenzialmente rustiche.
Siamo partiti proprio da quì…ma è anche il nostro punto di arrivo: salvaguardare le specie autoctone,rare a rischio estinzione...farne altissima qualità riconosciuta e portarla sulle tavole di chi apprezza. Lo abbiamo fatto.
Questa è la nostra selezione di oli “rari”. Cominciando dalla nostra cultivar locale di punta,la Acerenza,poi con la Racioppa e la Cannellina,sempre presenti sul nostro territorio,anche se un po'piu sporadiche; Siamo in alta collina,in Basilicata,in agro di Acerenza (PZ)
Tutte cultivar considerate a rischio estinzione dal ministero delle politiche agricole
Non escludiamo che nel prossimo e quindi vicino futuro si possano ricercare,in altre zone della Basilicata e in altre regioni,varietà così considerate, per tutelare oltre che il patrimonio degli oli rari del belpaese,la nostra passione per l'olio,per le diversità o per le unicità varietali
Perché i prezzi degli oli rari sono maggiori :
la varietà Acerenza esiste nell’areale del borgo ed è poco produttiva a causa del fenomeno chiamato di “alternanza” il quale ,per natura ,dà alla pianta la fruttificazione un anno si e uno no (o pochissima) ,fattore importante dato che le lavorazioni comunque ogni anno negli oliveti saranno svolti.
La resa, in quantità di olio per quintale di olive, è molto bassa,soprattutto se effettuata,come da noi,la raccolta anticipata delle drupe (olive) al fine di ottenere un prodotto di qualità nettamente superiore rispetto alla spremitura di olive piu mature che avrebbe resa quantitativa superiore. Con olio ottenuto da olive molto verdi i sentori organolettici diventano inebrianti, aumentano vertiginosamente,come i polifenoli presenti all’interno,famosi antiossidanti naturali che tanto bene fanno al nostro organismo.
la raccolta avviene con metodo manuale agevolato il che rende la stessa più lenta rispetto ad una raccolta meccanizzata,inoltre il territorio di alta collina,a volte su pendii al limite della praticabilità,non permetterebbe l’utilizzo di determinate macchine,nonché la natura stessa di queste piante che non sono predisposte al tipo di lavorazione meccanizzata essendo piante ormai non giovani. Gli oliveti più antichi (5/600anni)sono in altitudine,perché si tendeva in antichità coltivare il più vicino possibile al borgo fortificato,appunto su pendii molto scoscesi,tra terreni impervi e pietrosi (da dove produciamo acherolio Millennium e acherolio monovarietali acerenza). Tutti questi oliveti erano ormai in stato di abbandono per i motivi sopra elencati,proprio per il fatto di essere inconveniente mantenerli a regime. La nostra sfida è stata salvaguardare la varietà ,farla proliferare,riprodurla da pollone (non da innesto) ,studiare la lavorazione adatta per le olive della varietà,farne quindi altissima qualità e portarla ad affermarsi a livello internazionale. Tutto ciò è iniziato nel 2012/13.
riprodurre la varietà antica (perché non esiste a livello vivaistico) da pollone è molto più difficile e lento il percorso piuttosto che da innesto,ma si mantengono le particolarità e le resistenze della pianta madre ,specie potenzialmente rustica.
dagli anni 80 in poi,in tutta la zona e non solo, si è seguita la strada dell’impianto di varietà più prestanti quantitativamente,addirittura nell’ultimo decennio a 50km da noi con degli impianti super intensivi di varietà estere piccole ,molto produttive e con durata vita limitata a 20/25 anni. Noi abbiamo seguito il percorso inverso ,il percorso antico ,applicato nella trasformazione con tecniche e metodi innovativi per ottenere il massimo della qualità . Come il vecchio può esprimersi al meglio con l’aiuto della tecnologia e la conoscenza di oggi.
senza dimenticare che gli oli prodotti da queste varietà sono introvabili ,sono delle rare unicità territoriali che vanno salvaguardate,tutelate e valorizzate ,partendo dal presupposto iniziale di produrre una qualità impeccabile,un olio gourmet che può competere con i migliori oli del mondo,altrimenti non avrebbe senso tutto questo,tutto tornerebbe all’abbandono tra rovi e ginestre.